Con la parola modello si intende una
rappresentazione di qualche "cosa" (una situazione, un fenomeno, un oggetto, una collezione di
oggetti,
) che viene impiegata al posto di questa cosa.
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Gli scopi per cui si impiega un modello possono essere molto vari:
migliorare la visualizzazione (per es. usare una
riproduzione in scala al posto della figura originale),
generalizzare proprietà (per es. dare
la regola grammaticale "i nomi maschili terminanti in o passando al femminile
modificano o in a" al posto dell'elenco: "abbonato →
abbonata, accusato →
accusata,
"),
permettere confronti (per es. paragonare regioni diverse usando la
densità di popolazione invece dei numeri di abitanti e di chilometri quadrati di
superficie),
cogliere gli aspetti e le cause essenziali di un certo evento (per es. la ricostruzione dei fattori che sono stati all'origine di un certo evento dell'antichità e la sua descrizione che vengono fatte da un manuale di storia),
...
I modelli
possono trascurare o deformare degli aspetti che sono presenti nella cosa originale (le regole
grammaticali perdono le "eccezioni", le riproduzioni cartografiche non rappresentano fedelmente
le distanze, il dato della densità di popolazione non permette di ritrovare quanto è estesa la regione o quanti sono gli abitanti, l'interpretazione che uno storico dà alle informazioni a disposizione su un certo evento è soggettiva e può differire da quelle di un altro storico, ...). Sono rappresentazioni semplificate che
possono facilitare la comunicazione, il ragionamento,
, ma che devono essere interpretate
tenendo conto dei loro limiti [ad esempio le percentuali facilitano il confronto tra le parti che compongono un totale e tra una parte e il totale, ma, in cambio, perdono altre informazioni: l'incidenza della carne bovina sul totale della carne consumata pro-capite dal 1926 al 1985 passa dal 47% al 32%, ma il consumo pro-capite passa da 10.1 kg all'anno a quello di 25.1 kg all'anno]
Per una stessa situazione si possono
considerare modelli diversi; in certi casi può risultare più conveniente un modello, in altri può essere più conveniente un altro: tra la cartina utilizzata come
indice grafico negli orari ferroviari e una cartina stradale, conviene la prima per scegliere le
linee ferroviarie con cui raggiungere in treno una località, conviene la seconda per
organizzare un viaggio in auto; per valutare lo stato di salute di una persona come informazione
sulla sua temperatura corporea un dato come 38.4 è sufficiente, e è più
"leggibile" di un dato come 38.391 , che sarebbe rilevabile con un termometro più
sofisticato.
In genere una disciplina si occupa di
modelli riferiti a una particolare area di problemi o di fenomeni: ad esempio la fisica
cerca di determinare i fattori e le condizioni che sono all origine dei movimenti dei corpi,
della trasmissione dei suoni e della luce, dei fenomeni elettrici, delle caratteristiche dei
materiali, e la linguistica cerca di individuare i principali meccanismi attraverso
cui, nelle varie lingue, a partire dai suoni vengono formate le parole, le frasi, i discorsi.
Ciò non vale per la
matematica: i modelli matematici vengono applicati alle situazioni più
disparate e, proprio per questo, si cerca di caratterizzarli nel modo più generale
possibile, riferendosi solo ad altri oggetti matematici [se abbiamo una tabella di dati che descrive come una grandezza cambia al variare di un'altra, noi sappiamo costruirne il grafico indipendentemente dal tipo di grandezze, sia che siano riferite alla fisica o siano riferite alla geografia o all'economia].
Ad esempio il consumo pro-capite di carne, il reddito medio per famiglia, possono essere interpretati come applicazioni particolari del concetto di media aritmetica, che può essere definito senza riferirsi a carne, abitanti, redditi, ... (clicca l'immagine per ingrandirla)
Il modello "media aritmetica" |
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Anche se i modelli matematici vengono definiti senza riferirsi a
fenomeni specifici, sono "nati" in particolari situazioni o attività.
Ad esempio le prime rappresentazioni dei numeri (come sequenze di tacche o cose simili) sono state introdotte
per orientarsi nel tempo (tenendo conto del succedersi dei giorni o di altri fenomeni astronomici periodici) e per prime
attività contabili (riferite a prede, oggetti e altri beni di sussistenza). Le operazioni e le prime proprietà aritmetiche si sono poi sviluppate
essenzialmente nell ambito delle attività di scambio economico; successiva è stata
la loro descrizione in termini astratti; fondamentale, in questo percorso,
è stata l'invenzione e la diffusione dell'uso dell'abaco.
Anche a scuola in genere si passa dall introduzione dei concetti
matematici in situazioni concrete a una loro definizione formale.
Ad es. si può imparare a sommare e sottrarre valori monetari
utilizzando alcune "equivalenze". Se siamo nel 2002 o in un anno successivo, sapendo che
[1 euro] equivale a 2 [50 cent],
e conoscendo alcune semplici addizioni
(1 e 1 fanno 2, 3 e 4 fanno 7,
) si possono fare gran parte dei calcoli economici elementari:
3 [2 euro]
e [50 cent]
e [50 cent]
fanno 3 [2 euro]
e [1 euro]
, cioè
3 e
e
fanno 3
e
, cioè
e
, cioè
O, se siamo nel 2000, sapendo che [100 lire] equivalgono a 2 [50 lire], :
3 [100 lire]
e [50 lire]
e [50 lire]
fanno 3 [100 lire]
e [100 lire]
, cioè
3 e
e
fanno 3
e
, cioè
Anche ai nostri giorni molte persone sanno operare solo in
questo modo, senza saper rappresentare il calcolo come 6+0.5+0.5=7, o come 300+50+50=400.
Anche noi in situazioni di questo genere procediamo
mentalmente in modi simili. Ma per usare le addizioni in altri contesti o per usare una
calcolatrice abbiamo dovuto imparare a rappresentare numeri e operazioni anche in "astratto".